Yaponiya? No, dietro casa!

A volte siamo affascinati dalle riprese nei video che ci fanno sognare con paesaggi giapponesi pieni di alberi imbiancati e neve perfetta, sembrano provenire da astratti racconti onirici talmente lontani da essere irraggiungibili. Invece proprio vicino casa nostra con le dovute condizioni si può galleggiare sulla neve sotto un cielo di rami imbiancati, dove il colore lo portiamo noi con la nostra fantasia. Lo abbiamo chiamato Yaponiya, come la pronuncia russa del paese del sol levante, per sottolineare l’evanescenza di questo luogo (si trova in italia, si pronuncia in russo, richiama il giappone e magari anche citato in un video americano. ndr). Molti di voi lo avranno già visto vestito solo di foglie verdi, oppure coperto da foglie cadute ma non vi diremo dove si trova perché anche se vi recherete lì, non sarà mai come lo abbiamo conosciuto noi, potrà anche essere migliore ma senza dubbio diverso. Gli Appennini regalano anche questo quando arriva una bella perturbazione fredda e ventosa da nord occasione da non farsi sfuggire. Questo è ciò che abbiamo visto e surfato in una domenica di gennaio.

Neve di casa

20170224_184748Ora scrivo da casa, il viaggio in giro per le Alpi si è appena concluso con un intenso weekend a Bolognola. Il tragitto da Sella Nevea a “casa” è stato all’insegna dello slow – long -travel per non dire epopea, come tutto il viaggio del resto solo che  stavolta la tratta è stata più impegnativa e la stanchezza si è fatta sentire. Viaggiare a 80 Km/h dovendo controllare un oscuro e criptico quadrante per tenere sotto controllo la temperatura dell’acqua e non maltrattare il motore non è la cosa più rilassante che si possa fare ma alla fine ci si prende l’abitudine e si ritorna indietro di trenta anni a quando l’elettronica nelle auto era rilegata solo all’autoradio. Comunque ora prendendo un respiro profondo e pensando al viaggio con i ricordi ancora nitidi mi rendo conto che piano piano senza accorgersi abbiamo attraversato tutte le Alpi dalle Liguri alle Giulie, sciato su ogni tipo di neve e ammirato panorami mozzafiato, siamo diventati inconsciamente parte di quel popolo che viaggia assorbendo ciò che li circonda, perdendosi per poi ritornare seguendo un evanescente fenomeno atmosferico. Difficile spiegare se siamo orgogliosi di esserci riusciti, se essere felici per le condizioni che abbiamo trovato, se sentirci cresciuti per aver imparato cose nuove ma forse la frase giusta raccoglie le parole: siamo tornati diversi, ne migliori ne peggiori solo diversi. Sarebbe bello non smettere mai di tornare diversi!

20170226_103036Girovagando per le sorelle maggiori dei nostri Appennini, le Alpi, ci siamo dovuti adattare e imparare a conoscere un altro manto nevoso. Tornare a Bolognola, dove dai del ‘tu’ ai monti che ti ospitano fa tutto un altro effetto, ti senti al sicuro e ti lasci prendere dall’euforia, cominci a giocare a divertirti come quando eri bambino e c’erano li i tuoi genitori a preoccuparsi di mandare tutto per il meglio. Il bello di essere a casa.

Vorrei ringraziare tutti i nostri compagni di giochi, che con le loro brutte facce ci fanno compagnia ovunque ci sia da fare qualche cazzata, che quel giorno che sei stanco comunque ti fanno caricare e ripartire a tutto gas! Grazie! (non faccio nomi ma Voi lo sapete)
Infine un Grazie anche a Giorgio e Alessia di Snowy Summits che ci hanno sempre supportato e consigliato sulle attrezzature e abbigliamento.

Enjoy the Ride!

Dalla Francia alla Slovenia

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Rifugio Celso Gilberti

Era nelle nostre intenzioni fin dall’inizio, un avvio complicato ci aveva offuscato la speranza di realizzare questa traversata alpina ma alla fine questa avventura è riuscita! Come in una battaglia ci sono stati giorni duri, giorni di speranza e anche qualche giorno di gloria. In fondo, però, quello che rimane sono le storie e gli stati d’animo intensi che si vivono in un esperienza simile, trascorrere un mese insieme può essere un incubo o una cosa fantastica, in questo caso è stato stupendo poter condividere momenti con la persona che amo. Dopo quattro settimane le storie si sono accumulate, alcune le avete già lette, altre le riserveremo per raccontarle al bar davanti a una birra, altre rimarranno tra noi e il nostro camper 😉 . Dall’inizio nostalgico potrete capire che il viaggio sta quasi per concludersi e Sella Nevea è un degno finale. Le previsioni hanno messo possibili nevicate, deboli ma probabili, quindi speriamo di surfare altra neve fresca al monte Kanin ma purtroppo le temperature alte e il vento ci relegano al piazzale della funivia per un giorno.

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in attesa della neve

Il  seguente pur di fare un paio di discese siamo comunque scesi in pista in mezzo alla bufera e un paio di discese per “smarcare” il cartellino era doveroso! Niente di eclatante ma il breve assaggio ci ha fatto venire voglia di “assediare” il monte Kanin. A presto, Sella Nevea torneremo!

Il rovescio della medaglia

Come vuole la frase di circostanza ogni medaglia ha il suo rovescio e dopo una giornata piena ne arriva una cosi cosi, per svariate circostanze: un po’ perché se il giorno prima hai dato tanto poi sei stanco e quando sei stanco basta poco per farti girare dalla parte sbagliata.

img_20170219_123317Marilleva, il posto è accogliente, le piste curate e divertenti da scendere ma è l equivalente psicologico di una domenica pomeriggio al centro commerciale, poi non vi dico se capitate nei Polish days! Periodo nel quale una martellante campagna turistica rapisce gran parte della popolazione polacca la veste di casco e sci da carving e li trapianta a Marilleva e Folgarida, non ho nulla contro la Polonia ma sono refrattario all’enorme casino dato da eserciti di pullman e commando di carver.

Come dicevo una giornata sottotono.In più al mattino uno sciatore ha falciato Michela di netto e non si è divertita, nel primo pomeriggio ci ho pensato io a scivolare su una lastra di ghiaccio investendola nuovamente mettendola definitivamente KO. Decisamente una giornata a mezza via, in fin dei conti però aver ripreso la tavola dopo anni mi ha divertito, non ho piú lo stesso feeling che avevo prima, ma che importa.

Enjoy the ride!

P.s. per chi volesse e a chi piace il park di Marilleva è bello ferramentoso, rail e box ovunque e solo un saltino piccolo piccolo…

Eravamo 5 amici in Tonale

Non cantava cosi Gino Paoli, non abbiamo cambiato il mondo ne fatto nulla di eccezionale, ma sicuramente tra birre e freeride qualche traccia l’abbiamo lasciata. Nel fine settimana appena trascorso l’#insidiatour si è spostato al Passo del Tonale e siamo stati raggiunti da Enrico, Lorenzo e Michela. Non nevica più da quattro giorni ma l’idea goliardica di percorrere il cantiere completamente tracciato quando si sta tutti insieme prende il sopravvento quindi dopo una fredda notte tutti insieme nel camper siamo partiti.

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Un po’ stretti ma ci arrangiamo in cerca di inspirazione

Non vi sto a spiegare ora la logistica di prepararsi in 5 persone in un camper che in origine era per 4 lascio a voi l’immaginazione, comunque partiamo per il ghiacciaio e giunti direttamente in cima troviamo una graditissima sorpresa. Le tracce che scendono per il Cantiere, cosi si chiama il fuoripista che rientra al Passo Tonale, sono molte ma ci sono anche spazi da poter tracciare e la neve in quota non si è trasformata minimamente regalandoci una bella discesa. Niente male come riscaldamento! Il Cantiere ci porta diretti sull’area sosta dove un bel cestino pieno di birre fresche ci dà il benvenuto, ma la giornata non finisce qui perché è risaputo che con una birra in mano si ragiona meglio e optiamo per fare un po’ di pista poi al rientro prima di chiudere un altro giro nel Cantiere. E intanto nella mia testa prende piede un idea.

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la povera ‘cesta’ di mukkeller

Ci godiamo una perfetta giornata fredda di neve e sole poi come da programmi saliamo al ghiacciaio Presena dove dei fan di “Nudi in vetta” ci chiedono di far loro un culo-selfie, maledetto Lucio hai creato dei mostri che scorrazzano per le montagne di tutto il mondo! A parte questo diversivo trash punto dritto per dare forma all’idea che avevo, la mattina avendo visto un bel triangolo di neve fresca non tracciata che scende dalla parte opposta della pista terminante con una barra rocciosa che forse sarei riuscito a saltare.

Oramai sono in gioco, due curve le ho fatte e sono sopra la barra ma dalla parte sbagliata sotto agli sci sento solo pietre e non scorrono nulla se salto da qui faccio un bel “cappottone” e mi butto giù i denti, penso. Torno indietro di qualche passo verso il punto giusto che mi indicano i miei amici che sono nel canale sottostante e qui sembra che sia migliore, ma non ho visto nessuno passare di qui e anche se sembra facile non ho nessuna certezza che non ci sia una grossa pietra che mi sta cercando. Parto, e in una frazione di secondo sono sotto atterrato su un bel lenzuolo di fresca morbido e bianco rimbalzo e tiro via un bel curvone contento di aver “cliffato” alla grande!

Giornatone pieno di soddisfazione per tutti, Ale e Michela non avevano fatto mai il Cantiere e si sono divertite, il posto è sempre spettacolare e suggestivo anche da solo è sufficiente a riempire una faccia di sorrisi aggiungete la compagnia, la neve buona, il sole e a fine giornata tanta tanta birra! che dire…

Enjoy The Ride!

A volte puo’ valere il rischio?

San Domenico di Varzo, uno dei primi comprensori sciistici rientrando in italia dal Vallese. Dopo la nostra esperienza a Chamonix abbiamo attraversato la Svizzera con l’intenzione di fermarci in qualche comprensorio elvetico ma le condizioni meteo e il prezzo degli skipass ci ha portato a rientrare in italia facendoci scoprire questo fantastico comprensorio.
gate-san-domenicoIl lunedì mattino dopo essere saliti da Domodossola abbiamo subito trovato una bella sorpresa con un happy monday e biglietti a 18€ e una brutta con la nebbia, ma dalla base alla cima con più di un migliaio di metri di differenza le condizioni possono variare molto e quindi rischiando siamo partiti.powder-san-domenico Purtroppo in alto le condizioni erano pressoché identiche con poca visibilità, comunque sufficiente per girare nel SandoPark e godere di qualche curva in neve fresca. Alla fine della giornata siamo riusciti a dare fondo alle nostre energie tra schiarite temporanee  e rannuvolamenti improvvisi. Il maltempo durante la notte ha invece esaurito le sue energie con una lieve nevicata di qualche centimetro che nel giorno successivo ci siamo potuti godere con più gusto.

Il fuoripista che mi ero messo in testa di fare poteva non essere più percorribile. L’attesa in questi casi è snervante, se nevica sale il pericolo valanghe, se c’è nebbia si appesantisce la neve e sale implacabilmente il rischio, se non riesci a passare dove hai pensato guardando da lontano in un giorno nebbioso devi tornare indietro e hai faticato per nulla, infine se sbagli percorso e ritardi probabilmente dovrai tornare sui tuoi passi e rientrare velocemente quindi, sveglia presto e pronti appena si presenta l’occasione giusta. Dopo un giro di perlustrazione ho visto che la notte non aveva portato grossi cambiamenti al manto nevoso quindi ho deciso di partire prima che il sole modificasse la neve, un breve tratto con le pelli e poi ramponi e picozza fino alla cresta che separa un canalino che riporta alla pista, un brevissimo tratto in salita di circa quattrocento metri che mi ha permesso di fare una bella discesa su una neve ottima e scendere in un ambiente spettacolare. Ho corso un rischio? Ne è valsa la pena! Qualche ora più tardi l’intenso irraggiamento solare ha iniziato a farsi sentire provocando valanghe in tutti i versanti sud segno che il divertimento doveva già essere finito al bar con una bella birra!

Mèta o metà? Chamonix

Purtroppo siamo oramai giunti a metà viaggio perché comunque vada di quattro settimane ne sono rimaste due e questo mi rattrista un po’ ma è al tempo stesso il segno che il viaggio sta procedendo e aggiungerei anche in maniera positiva, metà viaggio a Chamonix la patria della montagna tutto è nato e nasce ancora qua ma, è purtroppo c’è un “ma”,

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rientro dopo una giornata di sci per le vie di Chamonix

in questo fantastico posto circondato dalla montagna più alta e blasonata d’europa mi sono sentito un po’ a disagio. Quasi fuori luogo direi. Qua tutto ti viene sbattuto in faccia, urlato contro, tutti i negozi le attività commerciali creano una nebbia da cui è difficile vedere quello per cui pochi sono qua la Montagna. E’ bello per una volta specialmente per noi che non abbiamo la possibilità vedere con mano le ultime novità del mercato ma se venire a Chamonix diventa solo una questione di abbigliamento, moda e attrezzatura posso anche fermarmi molto prima in qualche centro commerciale!

Skitour

Comunque finita la “predica” della domenica vi racconto che nei giorni che siamo stati qua abbiamo finalmente riparato il faro del camper incollando il vetro e abbiamo goduto di una splendida giornata sulle nevi dell’Argentiere un comprensorio attiguo a quello di Chamonix dove vorrei molto tornare dopo una bella nevicata e godermi le lunghe discese in freeride che questo posto ha. Non nevicando da quattro giorni tutti i fuoripista sono estremamente tracciati e direi quasi impraticabili ma qua le piste comunque hanno il loro fascino e ce la siamo spassata a “discendere”.

Il viaggio prosegue alla ricerca di altre nevicate se volete sapere dove ci fermeremo ne prossimi giorni continuate a seguirci! Enjoy the ride!

Neige fraîche – La Norma!

Non inteso come la norma letteralmente ma come “La Norma” nel domain della Val Fréjus un comprensorio non molto conosciuto ma con ottimi numeri per quello che piace a noi. Abbiamo fatto tappa a Modane per incontrare una cara amica di Ale che ci ha ospitato per una sera a cena, povera Loretta, le abbiamo dato fondo alle scorte di cibo marchigiano che aveva in casa e anche svuotato la cantina con la banale scusa di accostare il vino al ciauscolo che avevamo noi. Comunque ritornando alla montagna ci siamo imbattuti in questo comprensorio per caso perché avevamo optato per andare a Bonneval sur Arc ma poi stamattina non avendo voglia di fare 40 km appena svegli ci siamo diretti verso La Norma e il karma ci ha premiato portandoci verso il domaine skiable con il bosco più, e qui potrei andare avanti per ore, divertente impegnativo e pieno di pillow, drop, rami da slidare che abbia mai visto e con una pendenza che rende tutto non banale ed eccitante. Mi viene voglia di trasferirmi a Modane solo per godermi tutte le possibili tracce che si possono inventare dentro a quella boscaglia enorme.

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Ale che lascia le sue tracce a La Norma su una neve spettacolare

Probabilmente quando leggerete questo articolo saremo di nuovo sulle piste di La Norma a bissare la giornata di oggi perché sta nevicando bene e senza vento con temperature molto basse e questo significa solo una cosa powder!

Incidenti a La Grave

Dopo aver valicato il Sestriere, il passo del Monginevro e il colle del Lautaret, tutti valichi da duemila metri e percorso oramai quasi cinquecento chilometri sotto la neve e senza mettere mai le catene, stamattina ci svegliamo presto per poter finalmente poggiare le tavole sui pendii de La Grave o de La Meije, come preferite, ma nella discesa di appena cinquanta metri che dalla strada principale porta al parcheggio della “telecabin” il ghiaccio ci ha fatto schiantare contro la panchina della biglietteria!

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il fanale andato per l’urto con la panchina ma il vetro è ancora intatto si è solamente scollato

Fortunatamente non ci sono state conseguenze per nessuno e per il nostro mezzo i danni sono pressoché irrilevanti. Consultando il manuale del perfetto “svergatore” di neve fresca de La Grave abbiamo riscontrato che è tra i metodi più utilizzati per conquistare la neve vergine dei pendii di sua imponenza La Meije quello di entrare direttamente con l’auto investendo tutte le persone in coda che vi precedono ovviamente noi non potevamo mancare!

Con questo esordio di freeride automobilistico la giornata non è cominciata nel migliore dei modi, e un po’ scossi ci siamo messi normalmente in coda per acquistare i due skipass. La neve in quota è caduta in maniera abbondante e il pericolo valanghe troppo elevato ha costretto il gestore a tenere chiuso il secondo troncone quello che da 2400m porta fino a 3600m che permette di scendere per 2150m di dislivello fino al paese di La Grave dalla calotta glaciale del picco della Meije, comunque dalla stazione intermedia sono sempre un migliaio di metri di dislivello negativo per uno sviluppo di circa quattro chilometri niente male se si considera anche che si scendeva su un metro di powder!

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la parte intermedia del Vallon de la Meije

Alla fine la giornata ha cambiato totalmente la sua faccia e ha iniziato a sorridere di brutto con il sole che è spuntato fuori all’improvviso e ci ha dato la carica necessaria per dare fondo alle nostre energie visto che le gambe ci hanno abbandonato dopo la seconda discesa e l’occasione di fare alcune foto da incorniciare.

P.S. Erano anni che volevo venire a sciare a La Grave e finalmente abbiamo beccato la giornata giusta! Ancora mi sembra di vivere un sogno!

The First Chair

Quando le previsioni mettono neve, neve e ancora neve, la first chair (la prima sedia) non è un opzione da valutare ma l’unico obiettivo da raggiungere perché la prima discesa in neve fresca non ha prezzo.

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E’ con la first chair che abbiamo iniziato la nostra domenica sul comprensorio de Les Deux Alpes anche se la sveglia ha suonato decisamente presto quando fuori i lampioni sono ancora accessi e tutto tace.

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Ovviamente come tutte le cose più ambite non viene regalata ma c’è bisogno di furbizia, attenzione e studio della situazione, infatti bisogna conoscere l’andamento delle condizioni meteo locali
consultando non un solo ma più siti meteorologici, bisogna conoscere il comprensorio e capire dove dirigersi quando quasi tutti gli impianti non vengono aperti per pericolo valanghe.

Grazie a queste accortezze ci siamo diretti subito alla biglietteria de Les Deux Alpes che sapevamo apriva per primo, dopodiché la tappa successiva è stata l’impianto che con più probabilità avrebbe aperto, alle 8:35 eravamo davanti ai cancellati, poco dopo le 9 eravamo in
cima pronti per la prima traccia.

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serie di fotogrammi di un tuffo nella neve fresca